Esplorare la Mongolia a 360° significa anche immergersi nella sua ricca cultura culinaria. Non perdetevi l’opportunità di assaggiare tutto quello che vi offrono. Ecco 7 piatti tipici, 4 bevande molto diffuse e una stranezza culinaria adatta solo ai più coraggiosi!
La Mongolia è un paese affascinante, celebre per i suoi panorami mozzafiato e l’incredibile cultura nomade degli eredi di Gengis Khan. Tuttavia, quando si parla di turismo gastronomico, la Mongolia potrebbe non essere la prima meta che viene in mente.
La sua cucina è influenzata dal clima estremamente freddo e dallo stile di vita delle popolazioni nomadi, con la carne e i latticini come componenti predominanti. Verdure e spezie sono poco utilizzati nei piatti tradizionali mongoli, mentre la carne di montone è onnipresente ( quella di manzo è meno comune).
Nella capitale, Ulaanbaatar, troverete una vasta scelta di ristoranti di diversi stili culinari provenienti da tutto il mondo. Se proprio non riuscite a familiarizzare con il forte sapore del montone, potete rifugiarvi in un Burger King o in un KFK.
Tuttavia, se il vostro viaggio prevede un soggiorno presso la popolazione nomade delle steppe, preparatevi al fatto che qui si consuma un cibo meno vario di quanto potreste aspettarvi, con ricette semplici che si basano sui prodotti dell’allevamento di montoni, mucche e capre.
Oltre alla carne, la cucina nomade si basa su latticini come latte, yogurt, formaggi secchi e bevande a base di latte fermentato. I piatti vengono preparati nelle ger, le tipiche tende mongole, e cotti su stufe a carbone o fornelli a gas.
Se avete modo, osservate i vostri cuochi mentre affettano le verdure, macinano la carne e preparano i piatti. È davvero un’esperienza suggestiva!
Prima di disdegnare un piatto pensateci due volte, dal momento che la cultura nomade si basa sui valori dell’ospitalità e fareste dispiacere ai vostri ospiti se mostrerete di non gradire quello che vi offrono con tanta generosità.
Oltre a zuppe di zucca, spiedini di pollo e portate tipiche di altre tradizioni culinarie, come il borsc ucraino, durante il vostro viaggio incontrerete diversi piatti 100% mongoli, tutti da assaggiare assolutamente (anche solo per dire di averli provati!)
All’aspetto sembra un biscotto secco, ma si tratta in realtà di latte cagliato essiccato all’aperto e poi tagliato a cubetti. I mongoli amano offrirlo agli ospiti che ricevono e lo troverete in tavola ad ogni pasto, anche se mi è sembrato primeggiare soprattutto a merenda.
È uno dei “cibi bianchi” (cioè a base di latte) più famosi ed è molto amato dai mongoli, che lo inzuppano nel tè salato, anche se potrebbe non essere gradito ai palati stranieri. Io l’ho provato solo una volta, poi ne sono rimasto alla larga!
Considerato il “piatto grigio” (cioè a base di carne) più famoso della Mongolia, i buuz sono ravioli all’aspetto molto simili ai loro omologhi cinesi, ma farciti con carne di montone, cipolla e aglio, quindi hanno un sapore più deciso e caratteristico. Io li ho trovati deliziosi, ma chi non ama la carne selvatica potrebbe trovarli troppo saporiti.
Nella versione più piccola, che li rende simili a degli gnocchi ripieni, prendono il nome di Bansh e sono solitamente serviti in brodo in occasione di festività particolari.
Si tratta di ravioloni fritti, sempre a base di carne di montone, cipolla e aglio. Rispetto ai buuz, sono di dimensioni maggiori e a forma di mezzaluna. La frittura conferisce all’impasto una crosta croccante e li rende deliziosi come solo le cose fritte sanno essere.
Un pranzo a base di Khuushuur consiste in 4 ravioloni a porzione per gli uomini, 3 per le donne. Riescono a saziare per molte ore, ma ci vuole un po’ di impegno dello stomaco per digerirli!
È il primo per eccellenza, a base di noodles, verdure e carne saltate in padella. Ne mangerete in grandi quantità, dal momento che i mongoli lo adorano e i turisti lo apprezzano molto.
La mia guida Uugie mi ha confidato che in Mongolia esiste un detto popolare un po’ volgare che recita più o meno così: “una moglie si sceglie in base a come fa l’amore e a come cucina gli Tsuivan!”
Rispetto ai noodles cinesi, la pasta è più spessa e a base di frumento (importato dalla Russia). La carne di montone è tagliata a striscioline e, se avete difficoltà a mangiare il grasso, potreste chiedere che ve lo preparino prediligendo la parte magra.
Una buona minestra riscalda ogni animo! Il Guriltai shu è una zuppa a base di noodle, verdura e carne di montone, grasso incluso. Ha un sapore molto forte e saziante, provatela almeno una volta.
Conosciuto anche come barbecue mongolo, il khorkhog è un piatto tipico che viene consumato sin dai tempi degli antichi guerrieri mongoli. La carne di montone viene cotta sul fuoco, insieme a vari tipi di verdure, in una pentola in cui si sono state precedentemente messe delle pietre bollenti.
Anche questo piatto è preparato con pietre roventi, ma a differenza del khorkhog, è a base di marmotta o capra e le pietre vengono infilate direttamente all’interno della carcassa dell’animale disossato. La carne viene quindi cotta dall’interno, creando un piatto unico e particolare.
Eccoci arrivati alla più grande stranezza culinaria mongola. La testa di pecora bollita! I mongoli la chiamano Honinii Tolgoi o più semplicemente Beshbarmak (se servita insieme ad altre parti di altri animali). Beshbarmak significa “5 dita”, perchè viene mangiato con le mani.
Della testa si mangia ogni parte, nessuna esclusa: se vi invitano ad assaggiare gli occhi, sappiate che viene considerata la parte più pregiata e vi stanno riservando un grande onore.
Questo piatto così insolito ha radici culturali molto antiche e ha a che fare con la rigidità della vita nelle steppe. Sprecare il cibo è considerato un grande peccato, quindi quando si uccide un animale si cerca di nutrirsi di ogni sua parte, testa compresa.
Ho assaggiato la testa di pecora in occasione del Navrus, cioè la festività che coincide con l’arrivo della primavera. Ero ospite di una famiglia di pastori kazaki e ho fatto fatica a provare, ma devo dire che il sapore della carne è molto buono e non si differenzia molto da un qualsiasi stufato che abbiate già mangiato. La serata è proseguita con canti e balli in famiglia, di cui conservo un ricordo speciale!
Vi sorprenderete di non ricevere acqua fresca ad accompagnare i vostri pasti. E vi sorprenderete ancor di più di non sentirne il bisogno. Infatti, visti i climi rigidi della Mongolia, una volta seduti a tavola tutto quello che vorrete è scrollarvi il freddo di dosso e riscaldarvi con ogni mezzo possibile.
Sarete lieti di ricevere abbondanti quantità di tè caldo in grandi termos. Il tè non è zuccherato, ma potete chiedere lo zucchero a parte.
Alla fine del mio soggiorno sui monti Altaj, dove ho vissuto con i cacciatori di aquile kazaki, avevo bevuto così tanto tè da non poterne più. Fortunatamente i miei compagni di viaggio avevano messo in valigia molti tipi di tisane di cui ho approfittato volentieri!
Questa bevanda è diffusa con il nome kumis in molti paesi dell’Asia centrale e si ottiene dalla fermentazione del latte di giumenta.
In Mongolia è conosciuta con il nome Airag ed è leggermente alcolica, dal sapore acidulo e rinfrescante simile a quello del kefir. Viene spesso consumata durante le celebrazioni e rappresenta una parte importante della cultura nomade mongola.
Si tratta di una delle bevande più diffuse in Mongolia e viene preparato facendo bollire il tè con acqua e sale e aggiungendo poi latte. Rinfrescante e nutriente, perfetta per affrontare il clima rigido della Mongolia, sarà il primo cultural shock che affronterete.
Io l’ho scambiato per un semplice tè con latte, come vuole la tradizione inglese, e per poco non lo sputavo quando mi sono accorto che era salato!
Anche chi non ama la vodka la apprezzerà in Mongolia. Niente riscalda di più di un buon bicchiere di vodka nelle rigide notti mongole.
La diffusione della vodka in Mongolia risale agli anni dell’influenza russa nel paese, ma ormai l’abitudine a berla è radicata fin nelle viscere dei costumi locali.
Quando i mongoli aprono una bottiglia di vodka ne bevono almeno tre bicchieri, mai uno di meno, in segno di buona sorte. Se vi invitano a bere, non accetteranno un no come risposta. Chi rifiuta viene preso in giro e messo alla berlina!
Inoltre, hanno l’abitudine di non buttare mai la vodka, ma nemmeno di bere da una bottiglia mezza vuota. Pertanto, ogni volta che bevono aprono una bottiglia nuova e cercano di finirla in compagnia. È infatti diffusa la diceria secondo cui gli spiriti maligni si intrufolino nelle bottiglie aperte e nessuno vuole quindi bere da esse. Non riuscendo però a buttarle, le usano per pulire i vetri sporchi!
Non prendete cibo con la sinistra ma solo con la destra o con entrambe le mani. Questa tradizione è diffusa un po’ in tutta l’Asia e la Mongolia non fa eccezione. La mano sinistra è considerata la mano con cui ci si lava, quindi più sporca della destra. Se siete mancini, sforzatevi di non prendere nulla con la sinistra, nemmeno il resto al supermercato. Ho chiesto personalmente quanto sia considerato maleducato farlo, e la risposta è stata un netto “moltissimo!”
Non puntate la suola della scarpe verso gli altri e non alzatevi da tavola mentre gli altri mangiano ancora.
Soprattutto, non rifiutate il cibo che vi viene offerto e non lamentatevi se non è di vostro gradimento. Di norma, rifiutare una tazza di tè salato è considerato un gesto molto villano. Bevetene almeno un sorso.
Caramelle! Non sto scherzando. I Mongoli amano le caramelle. Se siete invitati a pranzo da una famiglia mongola, non presentatevi a mani vuote. Passate in un supermercato di zona e comprate grossi pacchetti si caramelle.
Quando ho chiesto alla mia guida Uugie di aiutarmi a scegliere un regalo per una cena a cui ero stato invitato, lui si è diretto sicuro verso il banco dei dolciumi e ha scelto un paio di pacchi di caramelle per bambini, di quelle che non faremmo mai mangiare ai nostri figli per evitargli carie e picchi glicemici incontrollati. Mi ha assicurato che il regalo sarebbe stato gradito a tutta la famiglia. In effetti, a cena, la tavola era già imbandita di caramelle di ogni tipo, che i mongoli amano scartare a fine pasto al posto del dolce.
Un’altro regalo gradito è senza dubbio una bottiglia di buona vodka, specialmente della marca Soyombo serie super premium, che è la miglior marca di vodka prodotta in Mongolia e farà brillare gli occhi dei vostri amici mongoli. Ovviamente la apriranno a fine pasto per berla in vostra compagnia!
Non vi resta che dire Saikhan khool loorai, ovvero Buon appetito!