Tra le più antiche forme di teatro-danza indiane, la Kathakali è uno degli elementi folkloristici più interessanti del Kerala. Costumi elaborati ed esagerati, trucchi ipnotici e coloratissimi, gestualità ricca di emozione ed energia rendono la danza Kathakali uno spettacolo imperdibile. Vedere per credere!
Thekkady è uno di quei nomi che si fatica a memorizzare, anche dopo esserci stati. Eppure, questa piccola cittadina sull’altopiano dei Ghati mi regala una delle giornate più intense e ricche di stimoli del mio viaggio in Kerala.
A Thekkady si viene per immergersi, armati di binocolo, nel cuore del Parco Nazionale di Periyar, la più famosa riserva di fauna selvatica dell’India del sud. Ma è anche un luogo fantastico per assistere ad uno spettacolo di danza Katakhali, frequentare un corso di cucina tipica e scoprire l’adrenalinica arte marziale del Kalaripayattu. Per giunta, il cibo nei ristoranti è davvero ottimo e il clima resta fresco per tutta l’estate.
Viaggiare con gli amici è una incredibile forma di arricchimento personale e culturale. Quando Barbara, che è una coreografa professionista, mi propone di assistere ad uno spettacolo di danza Kathakali, non so nemmeno di cosa stia parlando, ma il fatto che le brillino gli occhi mi spinge ad accettare con entusiasmo.
Eccoci quindi in una saletta spoglia, di piccole dimensioni, con un palco in legno logoro e una scenografia davvero povera. Fa caldo e l’aria è un po’ stantia. I musicisti non sono ancora apparsi in scena, l’attore principale si sta truccando e vestendo davanti alla piccola platea di curiosi. La sua trasformazione in una delle maschere tipiche della tradizione epica induista è sbalorditiva. Il suo volto è coloratissimo, le sue vesti sono barocche ed eccessive. Sono appena arrivato e sono già rapito.
La danza Kathakali è una delle forme più antiche di teatro-danza indiana: risale al XV secolo ed è originaria del Kerala. È un misto di mimo, danza, recitazione, rituali religiosi. I personaggi hanno visi dipinti con disegni complessi dai colori accesi e interpretano le storie più famose dei poemi epici induisti, il Mahabharatha e il Ramayana.
La narrazione della vicenda parte dalla musica: un cantante e un suonatore di cenda, un grosso tamburo, forniscono agli attori le parole e la ritmica su cui danzare. I ballerini interpretano le emozioni della storia con il proprio corpo, facendo uso di gesti sacri fortemente evocativi, i mudra, che consentono allo spettatore di trascendere a livello spirituale durante la messa in scena e ricongiungersi così con il divino.
La danza è riservata ai soli uomini, che interpretano anche i ruoli femminili, richiede studio assiduo e tecniche di concentrazione durissime, che spaziano da un faticoso allenamento dei movimenti oculari alla pratica delle arti marziali Kalaripayattu.
Uno degli elementi più sgargianti della danza Kathakali sono il trucco e i costumi degli attori. Non si tratta però di un elemento decorativo, fine a se stesso, ma di un indicatore essenziale per comprendere l’identità dei personaggi, una schiera di divinità, demoni, uomini, donne e animali. Copricapi, protesi e pitture facciali sono elementi denotativi di ogni maschera e rispettano un codice preciso: il rosso, ad esempio, denota un personaggio maligno, il verde esprime coraggio e dignità; il giallo è riservato ai santi, ai vagabondi e alle donne. I demoni sono dipinti di nero, ma con macchie o strisce rosse.
Le coreografie della danza Kathakali si basano sulla forza dei gesti: gli Hastamudras (30 diverse posizioni delle mani, dotate ciascuno di un significato specifico) e i Navarasas (9 emozioni ben classificate che spaziano dall’amore all’apatia e che devono essere comunicate al pubblico con l’intenzione mentale e l’atteggiamento fisico).
Un ruolo di primo piano è assegnato al volto e, in particolare, al movimento degli occhi: le percussioni che accompagnato lo spettacolo hanno infatti il loro effetto principale non sul corpo dell’attore, ma sulle sopracciglia, il mento, le labbra, il collo e soprattutto sugli occhi, che schizzano a destra e sinistra, in alto e in basso, come palline impazzite al ritmo del tamburo. Ogni parte del volto si muove indipendentemente dalle altre. È evidente che spezzare il movimento dei muscoli del viso in questo modo richiede anni di studio e una grandissima concentrazione. È davvero impressionante a vedersi.
Quando lo spettacolo volge al termine, gli attori si divertono a giocare con il pubblico.
Indicano Daniele, mio fedele compagno di viaggio, e lo invitano a salire sul palco. È troppo imbarazzato per farlo, ma io lo prendo di peso e lo costringo ad alzarsi. Gli attori lo accolgono tra l’ilarità della platea e lo rendono protagonista di un simpatico sketch improvvisato. E devo dire che se la cava benissimo! Che sia l’inizio di una nuova carriera artistica?
Dopo lo spettacolo, mi avvicino agli attori per complimentarmi con loro e togliermi qualche curiosità. Scopro che abbiamo assistito solo ad una dimostrazione di ciò che è la Kathakali: le due ore di spettacolo che ci è stato offerto sono solo una piccola parte di ciò che tradizionalmente veniva offerto al pubblico indiano. Uno spettacolo integrale dura infatti un’intera notte, dal tramonto all’alba del giorno successivo.
Scopro anche che ci vogliono dai 6 ai 10 anni di studio per diventare attori professionisti e 4 ore di training al giorno per mantenere gli occhi allenati e flessibili nei movimenti. “Ho notato che avete gli occhi molto rossi. È perché si stancano molto?”, chiedo. “No. Li arrossiamo volontariamente, con un seme di melanzana. Ha un effetto scenico, ma non è nocivo per gli occhi”.
Come già accennato, la danza Kathakali è riservata ai soli uomini, che interpretano anche i ruoli femminili: il training è fisicamente molto duro, quindi si è sempre ritenuto che una donna non avesse le capacità fisiche di sostenerlo.
Proprio per smentire questo ingiusto pregiudizio, negli ultimi anni, alcuni movimenti femministi indiani hanno sfidato la tradizione e rivendicato il diritto delle donne ad apprendere e mettere in scena le tecniche della danza Kathakali.
Si sono così formate alcune compagnie di sole donne: le recensioni sulle loro performance sono di tutto rispetto, quindi se doveste visitare il Kerala e vi capitasse l’occasione, non perdetevele. Assisterete alla scrittura di una nuova emozionante pagina di storia.