
“Vuoi nutrire con me le iene? Non con le mani, con la bocca!”
Accompagno Abbas Yusuf in silenzio e mi sembra di essere in una novella de Le mille e una notte. Ogni giorno, al calar del sole, il giovane varca le mura di cinta della città di Harar e nutre le iene con carne cruda, porgendogliela direttamente dalla bocca.
Qui tutti conoscono Abbas, il “custode delle iene”. Ha poco più di vent’anni ed ha ereditato questo prestigioso compito da suo padre, che lo ha svolto per oltre 40 anni.
Ad Harar, in Etiopia, la tradizione si tramanda di generazione in generazione da oltre 400 anni. Il rapporto di amicizia tra esseri umani e iene è una questione di grande rilievo e va salvaguardata con cura.
Ultimamente, il rituale è diventato un’attrazione turistica e Abbas si diverte ad invitare i turisti a nutrire le bestie con la propria bocca. Abituate al contatto umano, queste si avvicinano senza paura, spalancano le fauci e strappano via delicatamente il boccone preparato per loro.
Ho un tantino paura di provare, ma non andrò via di qui senza aver nutrito anche io una iena. In passato, ho avuto modo di incontrare delle iene molto meno mansuete di queste, in Botswana. Sui loro occhi avevo letto l’intenzione risoluta di attaccarmi, ma scaccio via i ricordi e mi offro volontario.
Si avvicinano in gruppo, ma solo la iena dominante si ciba. Le altre aspettano qualche passo più in là, con rispetto. Il capo branco apre la bocca a pochi centimetri dalla mia, il suo fiato mi colpisce delicatamente il viso e comprendo l’intimità di questa antica pratica.
Harar è una città ricca di storia. La quarta per importanza nel mondo musulmano, sita in una posizione strategica che l’ha resa crocevia di scambi commerciali sin dall’antichità, oggi conta 250.000 abitanti. Con le sue 82 moschee, sei porte di accesso e pittoreschi vicoli colorati e labirintici, è patrimonio dell’Unesco. Rinomata anche per la produzione di caffè, fu scelta dal poeta Rimbaud come luogo d’elezione dove trascorrere gli ultimi anni della sua vita.
Dopo le 22, le porte della città vengono aperte e le iene possono entrare. I cittadini lo sanno e non hanno paura. Il loro lavoro è anzi molto apprezzato, dal momento che ripuliscono le strade da ogni scarto alimentare rimasto a terra durante il giorno. La città sarebbe molto più sporca senza di loro. Nessun incidente si è mai verificato e nessun essere umano è mai stato attaccato. Harar resterà nella mia memoria come il luogo magico dove tutto è possibile. Anche nutrire le iene con la bocca.
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3 Comments
Complimenti, che avventuriero!
Che coraggio!😰