“Dovrebbe esserci da qualche parte sulla terra un luogo che nessuna nazione possa considerare di sua proprietà, un luogo dove tutti gli esseri umani di buona volontà possano vivere come liberi cittadini del mondo, obbedendo ad un’unica autorità: la ricerca della verità suprema.”
-La Madre
Il Tamil Nadu, con il suo fervore mistico, mi ha finora mostrato due realtà caratteristiche: i tempi di Mamallapuram, interamente scavati nella roccia, e quelli di Tiruvannamalai, con i caratteristici gopuram colorati utilizzati come porte di accesso.
Ma il Tamil Nadu non sarebbe lo stesso senza la presenza di numerosi ashram, centri di yoga, meditazione e comunità hippy che vivono alla ricerca di una vita lenta e consapevole. Per questo decido di fermarmi ad Auroville, la città hippy più famosa del Tamil Nadu.
Fa sorridere che a soli 10 km da Pondicherry, la città più europea del Tamil Nadu, si trovi una fiorente comunità hippy che non potrebbe essere più lontana dai modelli culturali occidentali. Anche se, ad essere sinceri, Auroville è il motivo principale per cui i viaggiatori visitano Pondicherry.
Il suo nome significa “Città dell’aurora” ed è un eco-villaggio fondato nel 1968 da un maestro di yoga, sri Aurobindo, insieme a Mirra Alfassa, un donna francese e guru spirituale che tutti chiamano “The Mother”. È soprattutto a lei, e al suo forte potere carismatico, che viene riconosciuto il merito di aver creato questa incredibile comunità internazionale.
Ad Auroville oggi abitano circa 4.000 persone provenienti da più di 50 paesi diversi. Si tratta per lo più di stranieri venuti in India durante gli anni della guerra fredda alla ricerca di un luogo pacifico dove vivere, anche se oggi sono molti i giovani nati e cresciuti qui.
Auroville è grande circa 20 kmq ed ingloba 5 villaggi limitrofi. Al suo interno vi sono scuole e ospedali, aree dedicate allo sport, ristoranti e negozi di artigianato.
Le norme di vita che regolano la comunità sono forse utopiche ma davvero affascinanti: i residenti di Auroville infatti percepiscono un salario standard, indipendentemente dal lavoro che svolgono. Un medico ed un insegnate di yoga guadagnano la stessa cifra, circa 170 dollari al mese. In cambio, ricevono vitto, alloggio, elettricità, istruzione e servizio sanitario. Le spese personali vengono registrate su una tessera, per cui la circolazione di denaro è del tutto assente.
La vita ad Auroville si basa sull’ecosostenibilità, la lentezza, la pratica dello yoga e della meditazione. Non ci sono leggi da rispettare qui, eppure il tasso di criminalità è pari allo 0%. Una piccola comunità basata sulla fiducia reciproca, insomma.
Ma il valore aggiunto di questa realtà non è solo spirituale: Auroville porta avanti progetti lavorativi che spaziano dall’agricoltura biologica all’informatica, passando per l’energia rinnovabile, e dà lavoro a circa 5.000 persone che abitano nei villaggi vicini.
Visito l’ashram pagando un biglietto di ingresso che mi consente in realtà di vedere ben poco della vita quotidiana che vi si svolge.
Il grande parco al centro della città non è visitabile, né lo sono i quartieri residenziali, le scuole, le strutture sanitarie, i locali comunitari. Insomma, se non siete ospiti di un residente, in pratica non vedrete niente.
Pur comprendendo il motivo di tutto questo riserbo, mi chiedo se abbia senso lasciare entrare i turisti. La risposta che mi do è che sto contribuendo a sostenere le finanze di questo posto incredibile e che Auroville mi ospita per dimostrarmi che esiste. Non è solo la fantasia di qualche utopista, ma un sogno fattosi realtà, e un invito al mondo a seguirne l’esempio.
Appena arrivo, mi invitano a salire su un pulmino che mi porta dritto dritto verso l’attrazione principale del centro: il Matrimandir, il centro spirituale della città, che posso fotografare solo da lontano. Si tratta di una gigantesca cupola dorata, inaccessibile ai visitatori, dove i residenti possono andare a meditare rispettando un assoluto silenzio. Non è ammesso pregare, non è un luogo per connettersi col proprio Dio, ma per entrare in ascolto di sé. La sua forma sferica non rappresenta infatti la perfezione di Dio, ma l’aspirazione umana a farsi egli stesso divino.
Il Matrimandir è collocato al centro di un grande parco, diviso in settori che richiamano ciascuno una verità spirituale. Nel 1968, vi si tenne la UNESCO Youth Conference e giovani da 128 paesi portarono un campione di terra dal proprio paese per poi riporlo in uno dei settori del parco, dentro ad una grande urna bianca, come simbolo di unità.
Sulla strada del ritorno, un gigantesco albero di ficus attira la mia attenzione. I rami sembrano estendersi all’infinito, proiettando grosse radici a terra con le quali si aiuta a sostenersi. Mi fa pensare a quanto possiamo crescere come individui, se non ci poniamo limiti e non accettiamo quelli suggeriti da una società sempre più povera di stimoli interiori. Siamo davvero più dei nostri involucri corporei? Abbiamo davvero potenzialità infinite che aspettano solo di schiudersi e venire alla luce?
Aurobindo e la Madre hanno fondato Auroville per aiutare gli uomini sfiduciati nella politica e nel modello di vita consumistico a realizzare l’aspirazione verso un mondo in cui ci sia accettazione verso tutti gli esseri umani, a prescindere dalla loro razza, genere, cultura e diversità religiose. Oggi 4.000 persone chiamano Auroville casa, e vivono liberi da pregiudizi. Sarebbe il caso di prenderne nota!